Layout del blog

“Mamma, ti voglio tutta per me!”: la voce della gelosia

Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva • 7 novembre 2019
L’arrivo di un fratellino o di una sorellina può scatenare nei figli sentimenti di gelosia, al punto da creare forti tensioni familiari e mettere in difficoltà i genitori, sia sul piano emotivo per i sensi di colpa, sia sul piano comportamentale per la gestione dei conflitti.

È importante tenere presente che i bambini sono molto egocentrici, considerano solo i propri bisogni e desideri, cercano di catalizzare le attenzioni di tutta la famiglia: l’inevitabile perdita di centralità assoluta può essere molto dolorosa e difficile da accettare. Nel caso dei primogeniti, i segnali di gelosia sono solitamente più evidenti e forse più attesi dai genitori, ma non ne sono esonerati i figli unici e i secondogeniti. 

La gelosia può esprimersi non solo nei confronti di fratellini e sorelline, ma anche verso uno dei genitori o altri parenti, insomma qualsiasi figura che possa in qualche modo minacciare l’esclusività delle attenzioni e cure amorevoli. In questo senso, la gelosia è un sentimento normale e funzionale, che porta a ricercare la vicinanza delle figure amate per ricevere attenzioni nel momento in cui mancano o potrebbero potenzialmente mancare; diventa però disfunzionale quando si manifesta attraverso comportamenti aggressivi, provocatori o eccessivamente passivi. 

Situazioni diffuse sono quelle in cui il/la bimbo/a non vuole che altri parenti “invadano” la casa, si lamenta di non ricevere abbastanza abbracci da un genitore, vuole più tempo per la diade genitore-figlio/a, pretende l’esclusività, racconta bugie, di fronte a un genitore fa i capricci con l’altro… Queste sono le modalità con cui forse il/la figlio/a sta cercando di dire al genitore “Ho paura, non abbandonarmi”. Certamente, per i genitori è straziante accorgersi che i figli soffrono perché non si sentono abbastanza accuditi; è difficile, se non impossibile, ristrutturare il nucleo familiare e stabilire nuovi equilibri senza che nessuno ne soffra. Proprio per questo, il compito della famiglia è accorgersi dei segnali di sofferenza e mobilitarsi per superare i momenti di crisi.

Restando sul generale, una buona pratica può essere quella di creare momenti tra genitori e figli, offrendo un vero e proprio contenitore temporale entro il quale i piccoli possano riconoscere uno spazio esclusivo e protetto da minacce esterne. Può essere complicato dovendo accudire un altro figlio, ma un genitore non è mai solo, può contare anche sull’altro genitore o nonni, zii e altri aiutanti. É più che legittimo chiedere collaborazione, soprattutto se un figlio sta manifestando l’esigenza di passare più tempo insieme. 
Ad esempio, un genitore potrebbe dire espressamente al figlio geloso: “dopo che avrò dato la pappa al più piccolo staremo insieme solo io e te per mezz’ora”, proponendo una delle attività preferite del bimbo, e delegando agli altri adulti della famiglia la presa in carico di eventuali esigenze degli altri figli per questo breve tempo. Far sentire ai piccoli la sicurezza che esiste ancora uno spazio esclusivo garantito e non invaso da altre persone potrebbe attenuare il sentimento di gelosia, anche se saranno probabili le proteste e i capricci allo scadere del tempo insieme. Si tratta comunque di un insegnamento educativo importante sia dell’esperienza del limite sia dell’esistenza dei bisogni altrui, che per una buona competenza sociale è bene imparare a rispettare.


Per quanto riguarda il tema delle punizioni, è importante limitarle ai soli episodi in cui i figli attuano comportamenti molto aggressivi e violano le regole familiari dettate dai genitori (es. alzano le mani su fratelli/sorelle/genitori, dicono parolacce, rompono oggetti), mentre è preferibile evitare di sgridare e punire i bambini nel momento in cui manifestano la gelosia con modalità meno violente. Non deve infatti passare il messaggio che si stanno punendo i figli perché provano gelosia: la gelosia è un sentimento del tutto normale, difficile da gestire, pertanto é compito degli adulti aiutare i più piccoli a imparare a gestire questa emozione complessa, che é importante esprimere nel modo giusto e che, se inibita, continuerebbe comunque a esistere ma sarebbe più difficile da cogliere per i genitori.

I bambini gelosi hanno paura di non ricevere più le attenzioni come prima, perciò la ricercano come possono.

Gli adulti possono invece armarsi di (santa) pazienza, ascoltare le richieste dei piccoli e rassicurarli (a parole e a fatti) che avranno sempre uno spazio esclusivo, anche quando la famiglia si allarga.
dott.ssa Sara Bosatra
Scopri di più sulla dott.ssa Sara Bosatra

Condividi l'articolo

dott.ssa Sara Bosatra, Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva
Autore: Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva 10 settembre 2021
L'esposizione a immagini di corpi femminili sessualizzati su Instagram ha un impatto negativo su come le donne percepiscono il loro corpo. Promuovere un uso più attivo dei social network e una selezione di contenuti più realistici e rappresentativi della bellezza naturale può costituire un’importante azione di prevenzione per l'immagine corporea di molte donne.
dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva
Autore: Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva 27 gennaio 2021
Esiste uno stretto legame tra emozioni e flusso di tensione muscolare. Se le emozioni restano inespresse o irrisolte, le tensioni muscolari permangono nel corpo, fino a provocare dolorose contrazioni o spasmi. Le persone che vivono in condizioni di stress cronico soffrono di tensioni muscolari nella zona di collo e spalle, a volte addirittura riportando un accorciamento dei muscoli in quelle zone. Oltre ad agire direttamente sulla muscolatura, la strada davvero risolutiva per sciogliere le tensioni muscolari è occuparsi del bisogno comunicato dal corpo attraverso di esse. Solitamente la comparsa delle tensioni muscolari è il modo con cui il corpo chiede di recuperare dagli sforzi psicofisici ed emotivi, invitando a procurarsi defaticamento, rilassamento, leggerezza, libertà, nella dimensione fisica e psichica. Come ha detto Laban: dopo ogni sforzo è necessario un recupero!
Dott. Cristiano Reposo - Psicologo, Counselor, Mediatore Familiare
Autore: Dott. Cristiano Reposo - Psicologo, Counselor, Mediatore Familiare 2 dicembre 2020
In questo periodo i nostri figli si trovano disorientanti da una difficile situazione che provoca in loro molte emozioni, spesso spiacevoli. Ogni bambino ha il proprio modo di interpretare gli eventi e di reagirvi emozionalmente. Alcuni bambini potrebbero reagire con maggiore ansia, più richieste di vicinanza fisica con i loro genitori, più ritiro del solito, più aggressività, oppure potrebbero avere incubi. Un bambino ha bisogno di essere facilitato nell’esprimere ciò che prova quel momento. Ha bisogno di riconoscere le emozioni che sta provando e di dare ad esse un nome. Ha bisogno che queste emozioni siano comprese e legittimate, che vi sia una persona affettivamente significativa per lui che non sia travolta da queste, ma che sappia validarle e contenerle dentro di sé e che, al contempo, sappia trasferire un messaggio di speranza. Come possiamo fare tutto con questo con i nostri figli?
dott.ssa Sara Bosatra, Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva
Autore: Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva 5 novembre 2020
Lo stress è stato definito il “Male del XXI secolo” dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): ne soffre oltre l'85% della popolazione italiana. Il malessere dello stress è generato non tanto dal singolo evento, quanto dalla personale percezione di non essere capaci di viverlo e sostenerlo. Riuscire a gestire lo stress significa essere capaci di regolare le emozioni, dedicarsi a un recupero efficace del proprio benessere e proporre attivamente azioni, alternative o possibili soluzioni per stare bene (o meglio) nei diversi contesti di vita.
Centro Umanistico Alessandria
Autore: Marco Gambarotta - Osteopata D.O.B.Sc (Hons) Ost. M.R.O.I. 29 maggio 2020
Viene definita Lombalgia ogni dolore che ha come punto d’insorgenza la regione lombare della nostra colonna vertebrale, il quale può essere determinato da svariate cause. Si stima che nell'85% dei casi il mal di schiena sarebbe imputabile a cause non specifiche legate allo stile di vita. Ad esempio posture scorrette, sforzi, poco stretching, sedentarietà, stress fisici - psicologici, traumatismi, colpi di frusta, problemi di natura viscerale. L'intervento dell'osteopata attraverso la manipolazione va a migliorare la vascolarizzazione, il drenaggio e l’ossigenazione dei tessuti, con l’obiettivo di ripristinare la normale funzionalità, interrompendo la facilitazione neurologica che comportava il dolore.
Centro Umanistico Alessandria
Autore: Dott. Alexandru Banescu - Dietista clinico e sportivo, educatore alimentare 20 maggio 2020
Sovrappeso, obesità, epidemia di obesità. Sono termini che sentiamo ogni giorno. L’eccesso ponderale nella popolazione ha cause sociali, economiche, culturali, famigliari, mediche, genetiche, comportamentali e psicologiche che pongono le basi per creare quello che è attualmente la più grande fatica contro cui la sanità mondiale sta lottando. Una delle strade che si sta percorrendo è combattere sovrappeso ed obesità non appena si presentano in età pediatrica.
Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva
Autore: Dott.ssa Sara Bosatra - Psicologa, Psicoterapeuta Espressiva 3 maggio 2020
Le evidenze scientifiche sono tutte favorevoli a premiare la danza per i suoi effetti positivi sull'umore, l'immagine corporea, le relazioni, il sistema cardiocircolatorio, il peso corporeo, la plasticità neuronale... Insomma, ballare favorisce un miglioramento della salute psicofisica. Un'indagine del sistema sanitario inglese sui pazienti che più frequentano gli studi dei medici di base ha portato a una splendida intuizione: quelle persone avevano bisogno di essere coinvolte in attività fisiche o artistiche di gruppo, per uscire dall'isolamento e dalla sedentarietà, al fine di migliorare la qualità della vita in termini di salute fisica, psicologica e relazionale. Sono iniziate così le prime prescrizioni mediche di ballo, come terapia e prevenzione di diverse patologie. Vediamo qualche esempio sostenuto dalle ricerche scientifiche.
dott. Cristiano Reposo - Psicologo, Counselor, Mediatore Familiare
Autore: dott. Cristiano Reposo - Psicologo, Counselor, Mediatore Familiare 20 aprile 2020
Molto spesso le nostre buone intenzioni di cambiare un comportamento nostro o altrui vanno incontro a fallimenti e senso di frustrazione. Perché questo accade? Una possibile risposta arriva dal Modello TransTeorico del Cambiamento di Di Clemente e Prochaska (1982), secondo il quale l’insuccesso dipende dalla non-conoscenza di come funziona il processo di cambiamento. Secondo questo modello, è possibile cambiare solo attraverso il passaggio lungo una serie di step, ciascuno dei quali è propedeutico per il passaggio allo step successivo. L’efficacia nella facilitazione di un cambiamento richiederebbe quindi di comprendere in quale fase del processo si trovi la persona e di facilitare il passaggio lungo queste fasi. Vediamole assieme.
Irene Biasco - Infermiera, Operatore del Benessere specializzata in massaggi olistici
Autore: Irene Biasco - Infermiera, Operatore del Benessere specializzata in massaggi olistici 13 febbraio 2020
Il Massaggio Californiano è per eccellenza un massaggio avvolgente e distensivo, fa parte dei massaggi olistici, dona relax e dolcezza, movimenti fluidi, dolci e armonici sono i protagonisti di questo trattamento ed è ideale per persone stressate e sovraffaticate. Viene effettuato con olio vegetale dove vengono diluiti oli essenziali dal potere rilassante. Le mani creano una coreografia armoniosa sul corpo. Scopriamo i suoi benefici fisici e mentali.
Dott. Cristiano Reposo - Psicologo, Counselor, Mediatore Familiare
Autore: Dott. Cristiano Reposo - Psicologo, Counselor, Mediatore Familiare 15 gennaio 2020
Esistono delle condizioni relazionali che favoriscono la crescita costruttiva dell’individuo, ovvero la sua capacità di trovare un migliore adattamento e un migliore benessere? Queste condizioni possono valere in ogni contesto relazionale, sia esso un rapporto terapeutico, la relazione genitore-figlio, la relazione all’interno di una coppia o di un gruppo di persone? Di questi temi si è occupato, nel corso della sua lunga attività clinica e di ricerca, lo psicologo umanista americano Carl R. Rogers (1902-1987).
Mostra altri
Share by: