L’arrivo di un fratellino o di una sorellina può scatenare nei figli sentimenti di gelosia, al punto da creare forti tensioni familiari
e mettere in difficoltà i genitori, sia sul piano emotivo per i sensi di colpa, sia sul piano comportamentale per la gestione dei conflitti.
È importante tenere presente che i bambini sono molto egocentrici, considerano solo i propri bisogni e desideri, cercano di catalizzare le attenzioni di tutta la famiglia: l’inevitabile perdita di centralità assoluta
può essere molto dolorosa e difficile da accettare. Nel caso dei primogeniti, i segnali di gelosia sono solitamente più evidenti e forse più attesi dai genitori, ma non ne sono esonerati i figli unici e i secondogeniti.
La gelosia può esprimersi non solo nei confronti di fratellini e sorelline, ma anche verso uno dei genitori o altri parenti, insomma qualsiasi figura che possa in qualche modo minacciare l’esclusività delle attenzioni e cure amorevoli. In questo senso, la gelosia è un sentimento normale e funzionale, che porta a ricercare la vicinanza delle figure amate
per ricevere attenzioni nel momento in cui mancano o potrebbero potenzialmente mancare; diventa però disfunzionale quando si manifesta attraverso comportamenti aggressivi, provocatori o eccessivamente passivi.
Situazioni diffuse sono quelle in cui il/la bimbo/a non vuole che altri parenti “invadano” la casa, si lamenta di non ricevere abbastanza abbracci da un genitore, vuole più tempo per la diade genitore-figlio/a, pretende l’esclusività, racconta bugie, di fronte a un genitore fa i capricci con l’altro… Queste sono le modalità con cui forse il/la figlio/a sta cercando di dire al genitore “Ho paura, non abbandonarmi”. Certamente, per i genitori è straziante accorgersi che i figli soffrono perché non si sentono abbastanza accuditi; è difficile, se non impossibile, ristrutturare il nucleo familiare e stabilire nuovi equilibri
senza che nessuno ne soffra. Proprio per questo, il compito della famiglia è accorgersi dei segnali di sofferenza e mobilitarsi per superare i momenti di crisi.
Restando sul generale, una buona pratica può essere quella di creare momenti tra genitori e figli, offrendo un vero e proprio contenitore temporale
entro il quale i piccoli possano riconoscere uno spazio esclusivo e protetto
da minacce esterne. Può essere complicato dovendo accudire un altro figlio, ma un genitore non è mai solo, può contare anche sull’altro genitore o nonni, zii e altri aiutanti.
É più che legittimo chiedere collaborazione, soprattutto se un figlio sta manifestando l’esigenza di passare più tempo insieme.
Ad esempio, un genitore potrebbe dire espressamente al figlio geloso: “dopo che avrò dato la pappa al più piccolo staremo insieme solo io e te per mezz’ora”, proponendo una delle attività preferite del bimbo, e delegando agli altri adulti della famiglia la presa in carico di eventuali esigenze degli altri figli per questo breve tempo. Far sentire ai piccoli la sicurezza che esiste ancora uno spazio
esclusivo garantito e non invaso da altre persone potrebbe attenuare il sentimento di gelosia, anche se saranno probabili le proteste e i capricci allo scadere del tempo insieme. Si tratta comunque di un insegnamento educativo importante sia dell’esperienza del limite sia dell’esistenza dei bisogni altrui, che per una buona competenza sociale è bene imparare a rispettare.
Per quanto riguarda il tema delle punizioni, è importante limitarle ai soli episodi in cui i figli attuano comportamenti molto aggressivi e violano le regole familiari dettate dai genitori (es. alzano le mani su fratelli/sorelle/genitori, dicono parolacce, rompono oggetti), mentre è preferibile evitare di sgridare e punire i bambini nel momento in cui manifestano la gelosia con modalità meno violente. Non deve infatti passare il messaggio che si stanno punendo i figli perché provano gelosia: la gelosia è un sentimento del tutto normale, difficile da gestire, pertanto é compito degli adulti aiutare i più piccoli a imparare a gestire questa emozione complessa, che é importante esprimere nel modo giusto e che, se inibita, continuerebbe comunque a esistere ma sarebbe più difficile da cogliere per i genitori.
I bambini gelosi hanno paura di non ricevere più le attenzioni come prima, perciò la ricercano come possono.
Gli adulti possono invece armarsi di (santa) pazienza, ascoltare le richieste dei piccoli e rassicurarli (a parole e a fatti) che avranno sempre uno spazio esclusivo, anche quando la famiglia si allarga.